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Osservatori pubblici

guida alla gestione

Galliera Veneta, Biroma, 1993

Formato 17 x 24, 196 pagine, 74 ill. B/N, $ 25 000

 

Esistono nel nostro Paese delle strutture pensate per qualcosa che, a livello istituzionale, non è svolto da alcun organismo, divulgare e diffondere l'astronomia fra la gente e nelle scuole: gli osservatori pubblici, o popolari. Diversa è la situazione in altri paesi del mondo, come la Francia, la Germania, l'Olanda, gli Stati Uniti, il Giappone, dove dell'insegnamento dell'astronomia si fanno carico vari enti, a livello governativo, regionale o universitario. In questi paesi sono sorte molte strutture per la divulgazione e la didattica, come musei, planetari, osservatori. In altre nazioni, spesso, le università e gli osservatori statali offrono essi stessi la possibilità alla gente di poter osservare il cielo. Da noi, invece, il mondo della ricerca, dell'università, della scuola in generale, è sempre stato abbastanza sordo a questi problemi.

Fortunatamente esiste in Italia, come in altri paesi ma, forse proprio per le citate carenze istituzionali, più che in altri paesi, una quantità notevole di gruppi e associazioni locali di astronomi dilettanti che, oltre ad essere impegnati nella ricerca, dedicano gran parte del loro tempo alla divulgazione e, non di rado, alla didattica, impegnandosi con cicli di lezioni e conferenze nelle scuole, corsi di aggiornamento per insegnanti, e così via. Molti di questi gruppi, che considerano un diritto-dovere impegnarsi socialmente in questo modo, hanno costruito a proprie spese, o con sovvenzioni di vari enti, pubblici e privati, degli osservatori sociali che, in parte o totalmente (soprattutto quando, costruiti nei centri cittadini, non possono essere utili alla ricerca) devono essere considerati anche osservatori popolari: alcune volte al mese, in concomitanza del primo quarto di Luna, o di avvenimenti particolari come l'apparizione di comete, eclissi lunari, congiunzioni spettacolari, la struttura viene aperta al pubblico che viene introdotto alla comprensione del cielo. Molto spesso la stessa cosa viene fatta per le scolaresche, a patto di trovare insegnanti e presidi disponibili.

Nel 1990, per cercare di unificare, uniformare, migliorare, incentivare il servizio che viene concesso da queste strutture, l'Unione Astrofili Italiani ideò il Coordinamento degli Osservatori Astronomici Popolari Italiani (COAPI). Sempre in quest'ottica, su suggerimento dell'allora Vicepresidente dell'UAI, il compianto Marco Falorni, il Consiglio Direttivo dell'UAI invitò l'autore a procedere alla compilazione di una guida alla gestione degli osservatori che svolgano, in tutto o in parte, attività pubblica.

Oltre ad occuparsi dei problemi logistici relativi alla gestione (rapporti col pubblico, con le scuole e con gli enti locali, formazione degli operatori, manutenzione degli strumenti, problema della sicurezza, ecc.) la guida si occupa anche del reperimento dei finanziamenti, della scelta del sito, della struttura e degli strumenti, della valutazione del seeing e dell'inquinamento luminoso, della qualità della divulgazione e della didattica, delle principali regolazioni relative agli strumenti.

 

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