21 agosto 1609:

Galileo presenta il telescopio alla Serenissima

Il 21 agosto 1609 Galileo, dopo aver fatto vari tentativi, ed aver costruito già telescopi da tre ed otto ingrandimenti, si presentò a Venezia con un telescopio, per farne dono alla Serenissima. Il giorno stesso, dal Campanile di S. Marco, mostrava a tutto il Senato veneziano le capacità dello strumento, che consentiva di vedere le navi due ore prima che fossero visibili a occhio nudo (v. figura sotto). La cronaca del Priuli ci dice che si trattava di uno strumento  da nove ingrandimenti, lungo "3/4 e 1/2 di braccio" (il braccio veneziano valeva 68,3 cm), ovvero 60 cm, con un diametro di "uno scudo" (ovvero 42 mm), "di banda" (ovvero di latta), foderato di "rassa gottonada cremesina" (raso di cotone di colore rosso cremisi).

 

Galileo mostra le potenzialità del telescopio al Senato veneziano dal Campanile di S. Marco (Giuseppe Bertini, 1858, Villa Ponti, Varese).

 

Con questo si vedevano distintamente Chioggia, Treviso e Conegliano, la facciata e il campanile della chiesa di S. Giustina a Padova (distante 35 km), la gente che usciva ed entrava dalla chiesa di S. Giacomo di Murano (distante tre chilometri) e, sempre a Murano, chi smontava e montava dalle gondole alla Colonna, all'inizio del Rio dei Vetrai.

Il 21 agosto scorso, esattamente 400 anni dopo questi avvenimenti, l'autore della presente nota si è recato a Venezia, sopra il Campanile di S. Marco, con una copia esatta di quel primo telescopio galileiano (v. fig. sotto), usando come obiettivo una lente piano-convessa da 700 mm di focale e come oculare una piano-concava da 80 mm di focale, per verificare le osservazioni di Galileo. Anche se è noto che il campanile non è più lo stesso di quello dell'epoca di Galileo, crollato nel 1902, è sembrato comunque interessante, dal punto di vista storico, effettuare questi rilievi.

 

L'autore ripreso il 21 agosto 2009 mentre, dall'alto del Campanile di S. Marco, cerca di verificare, con la replica del telescopio galileiano da nove ingrandimenti, le osservazioni effettuate da quel sito 400 anni prima.

 

Purtroppo quel giorno la foschia ha impedito di cogliere i particolari relativi alla visibilità delle navi lontane e delle varie città del Veneto. Certo è che la vicina isola di Murano è visibile con grandissimo dettaglio, anche se non è chiaro quale fosse la Chiesa di S. Giacomo, oggi comunque non esistente. D'altra parte la cronaca del Priuli non è completamente attendibile, in quanto è noto che da Venezia si vede l'abside, e non la facciata, della Chiesa di S. Giustina a Padova.